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    La trattoria è immersa nella campagna parmense, ospitata in una tipica cascina contadina ristrutturata, con un ampio dehors estivo e un grande parcheggio riservato.
    Comoda da raggiungere dalle città vicine, si trova a Langhirano in località Pilastro, a 25 Km da Parma e 33 Km da Reggio Emilia.

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    Masticabrodo
    Strada Provinciale per Torrechiara 45/a 43013 Langhirano (PR)



    To see & to do





    Il paese di Langhirano si trova tra i vigneti e le colline dell’Appennino parmense.
    Capitale storica del Prosciutto di Parma ospita appunto il Museo dedicato a questo salume, conosciuto in tutto il mondo, dove si svolge, ogni anno nei primi due weekend di settembre, l’omonimo Festival.
    Il centro dell’abitato, che sorge in prossimità del torrente Parma, è circondato dai caratteristici fabbricati in cui vengono lavorate e stagionate le cosce di maiale.
    I salumifici, che in origine vennero costruiti all’inizio del Novecento, sono disposti perpendicolarmente rispetto al torrente per poter sfruttare meglio, attraverso le tipiche finestre alte e strette, l’aria necessaria alla stagionatura dei prosciutti. Oggi, questa tipologia architettonica è testimone di un’importante tradizione artigianale, ma non è più funzionale al processo produttivo, dato che quest’ultimo è cambiato negli anni Venti del Novecento, con l’introduzione delle celle frigorifere, e in seguito, negli anni Cinquanta, con la possibilità di controllare l’aria così da garantire la produzione del prosciutto nell’arco di tutto l’anno.
    Il Palazzo del Municipio, di antiche origini castellane ma risalente, nell’attuale struttura, ai primi anni del Seicento, s’impone al centro dell’abitato per la sua imponente architettura esterna, tipica della “villa” di epoca farnesiana mentre nella facciata è esposta un’epigrafe scolpita in onore di Faustino Tanara, il patriota e colonnello garibaldino langhiranese, mentre il vicino Centro Culturale ospita il Museo del Risorgimento, a lui intitolato, che conserva cimeli e documenti, tra i quali la ricca corrispondenza epistolare che Tanara tenne con i principali protagonisti del movimento risorgimentale italiano, Garibaldi e Mazzini.


    Nei pressi del paese di Langhirano, provenendo da Parma, si erge solitaria e imponente, l’elegante mole del castello di Torrechiara, chiamata originariamente “rocha altiera et felice”. Costruito fra il 1448 e il 1460 da Pier Maria Rossi come forte militare a dominio della Val Parma, ma anche come nido d’amore per lui e Bianca Pellegrini (moglie di un nobile di Arluno, conosciuta alla corte di Milano) il castello è uno dei più importanti manieri medievali italiani, tra i più estesi e meglio conservati.
    Tre cinta di mura e quattro imponenti torri angolari, al suo interno, conserva preziose decorazioni, in particolare i cicli pittorici di tema profano della “Camera d’Oro”, eseguiti nel 1462 e attribuiti a Benedetto Bembo. A lato si stende il piccolo e suggestivo borgo e ai piedi del colle si incontra l’antico mulino, mentre lungo la strada provinciale si apre l’abitato raccolto intorno alla piazza di origine cinquecentesca.
    Al borgo di Torrechiara (il toponimo sembra derivi da “Torciara” o “Torchiara” probabilmente dovuto alla torchiatura delle olive, dimostrando come questa zona fosse nell’antichità ricca di uliveti, appartiene anche, sul lato opposto, la badia benedettina di Santa Maria della Neve, che sorge in posizione isolata vicino al torrente Parma.
    Il complesso monastico, recentemente restaurato, fu fatto costruire nel 1471 sempre da Pier Maria Rossi, conte di San Secondo. Nel corso della seconda guerra mondiale, la Badia di Torrechiara ha ospitato libri rari e preziosi provenienti da varie biblioteche emiliane, tra cui la celebre Bibbia miniata di Borso d’Este, e vi hanno trovato rifugio diversi oggetti artistici, allontanati dalla città in seguito ai bombardamenti aerei. Il monastero svolge ora attività di ospitalità per chi voglia soggiornare in questa pace immersa nella campagna e possiede un prezioso laboratorio apistico per la produzione e la vendita di prodotti di cosmesi ed erboristeria.


    Il Sentiero d’Arte è una passeggiata lungo il canale San Michele, a pochi chilometri da Langhirano, ma sull’altra sponda del torrente ovvero Badia Cavana, e i vigneti dell’antica Torcularia, nella contemplazione della bellezza del paesaggio.
    L’itinerario parte dall’abbazia rinascimentale con la chiesa di Santa Maria della Neve e collega Torrechiara a Langhirano in un percorso naturalistico in cui le particolarità e le atmosfere del paesaggio sono interpretate attraverso le opere di artisti contemporanei.
    Un viaggio di conoscenza del territorio nella relazione di paesaggio, arte e storia, fino alla scoperta delle eccellenze vinicole e di quelle gastronomiche di Langhirano, “Capitale del Prosciutto”.
    Il percorso si snoda in un paesaggio di pregio, costeggiando il Canale di San Michele e attraversando boschi, campi coltivati e vigneti.


    La Villa dei Capolavori di Mamiano di Traversetolo (PR), sede della Fondazione Magnani Rocca, ospita la prestigiosa collezione di Luigi Magnani che annovera, fra le altre, opere di Gentile da Fabriano, Filippo Lippi, Carpaccio, Dürer, Tiziano, Rubens, Van Dyck, Goya e, tra i contemporanei, Monet, Renoir, Cézanne, sino a de Chirico, de Pisis, 50 opere di Morandi, Burri, oltre a sculture di Canova e di Bartolini.
    La Fondazione Magnani Rocca ha lo scopo di promuovere la diffusione della cultura e dell’arte quali strumenti per la crescita della società civile.
    Nasce nel 1977 dalla volontà di Luigi Magnani (1906-1984), affiancato con passione dall’allora Cassa di Risparmio di Parma ora Cariparma-Crédit Agricole, di onorare la memoria del padre Giuseppe e della madre Donna Eugenia Rocca, con lo scopo di favorire e sviluppare attività culturali di carattere artistico, musicale e letterario. Il 15 marzo 1978 è stata riconosciuta con Decreto del Presidente della Repubblica come persona giuridica di diritto privato.
    Luigi Magnani destinò alla Fondazione in primo luogo la Villa di Mamiano, inaugurata come sede museale nel 1990 con la raccolta d’arte che annovera, fra le altre, opere di Gentile da Fabriano, Filippo Lippi, Carpaccio, Dürer, Tiziano, Rubens, Van Dyck e, tra i contemporanei, Monet, Renoir, Cézanne, sino a de Chirico, de Pisis, 50 opere di Morandi, Burri, oltre a sculture di Canova e di Bartolini. La famiglia dell’infante don Luis, Il celeberrimo dipinto capolavoro di Francisco Goya, è l’emblema di una raccolta che ha nell’altissima qualità il principale filo conduttore.
    Nella Villa è stata lasciata il più possibile invariata la collocazione degli arredi per conservare l’atmosfera di casa vissuta: troviamo, infatti, preziosi mobili e oggetti Impero, fra i quali la grande coppa in malachite del Thomire, dono dello Zar Alessandro I a Napoleone, e mobili di Jacob. I lavori di restauro e di trasformazione della Villa in Museo hanno seguito i criteri più avanzati a livello internazionale per garantire la perfetta conservazione delle opere d’arte e le caratteristiche che rendono il Museo idoneo a ospitare anche mostre temporanee di altissimo livello.
    La Fondazione Magnani Rocca si propone come centro culturale non solo di arti figurative ma anche di attività musicali e letterarie, come era nello spirito del Fondatore Luigi Magnani, attento alle corrispondenze fra le varie espressioni artistiche.

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